Un’altra occasione persa?
Il meccanismo originale di calcolo degli aiuti allo studio (borse di studio) è stato per molti anni fondato sul concetto di reddito imponibile ai fini fiscali e l’aiuto massimo era fissato a fr. 13’000.- all’anno. A seguito dell’adesione del Cantone Ticino a un accordo intercantonale, tale regolamento è stato significativamente modificato a partire dall’anno scolastico 2012/2013, da un lato passando al concetto di reddito disponibile per quanto riguarda i criteri di calcolo degli aiuti (perché il reddito imponibile era grossolano e permetteva di erogare borse di studio anche a famiglie benestanti), dall’altro adottando il minimo importo massimo degli aiuti previsto dall’accordo intercantonale, ovvero fr. 16’000.-.
Il 23 febbraio 2015 il Gran Consiglio ha poi adottato la nuova Legge sugli aiuti allo studio (prima una legge vera e propria non c’era), che ha confermato il criterio di calcolo del reddito disponibile e ha mantenuto il limite massimo a fr. 16’000.- annui.
Il passaggio al criterio del reddito disponibile ha migliorato l’equità di erogazione di queste prestazioni, poiché esso considera in maniera più precisa rispetto al criterio del reddito imponibile la capacità finanziaria del richiedente e della sua unità di riferimento (famiglia, persone tenute al sostentamento dello studente). L’aiuto allo studio corrisponde infatti alla differenza tra i costi di formazione riconosciuti da un lato e la quota di partecipazione personale, dei genitori, dell’eventuale coniuge, partner registrato o partner convivente dall’altro
Con il sistema di calcolo degli aiuti oggi vigente, in caso di innalzamento del massimo legale per gli aiuti allo studio saranno solo i richiedenti che necessitano effettivamente di un sostegno più importante a trarne profitto.
Il PS ha chiesto con una mozione di Daniela Pugno Ghirlanda di innalzare la borsa massima da fr. 16’000.- all’anno a fr. 20’000.-, perché i costi di sostentamento per uno studente che deve vivere fuori Cantone sono mediamente di fr. 22’000.-. Il Consiglio di Stato, su mia insistenza, ha accolto in parte la proposta lo scorso novembre, chiedendo al Gran Consiglio di aumentare il limite fino a fr. 18’000.-.
Tutto bene? Purtroppo no, perché la Commissione scolastica dopo tre mesi non è riuscita a decidere, continua a nicchiare e così gli studenti bravi ma provenienti da famiglie non benestanti dovranno ancora aspettare. Per entrare in vigore per il prossimo anno scolastico la proposta deve essere approvata dal Gran Consiglio in marzo, ma siamo ormai quasi fuori tempo massimo.
Questo atteggiamento la dice lunga quanto alle priorità, o meglio alle non priorità delle maggioranze politiche. Molto sollecite quando di mezzo ci sono interessi importanti, molto disattente o lentissime quando si parla di diritti fondamentali, come le pari opportunità nella formazione. Altro che bei discorsi sul merito, ai quali non seguono atti concreti!
Anche per questo, e gli esempi di questo tipo sono molti, una corretta rappresentanza dei socialisti in Governo e Gran Consiglio è fondamentale.
Manuele Bertoli
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